“Ranieri ha la mentalità di uno che non ha bisogno di vincere e a quasi settant’anni ha vinto una Supercoppa e un’altra piccola Coppa. È troppo vecchio per cambiare mentalità”. Ecco. Queste parole José Mourinho le pronunciò quasi un anno fa, nell’agosto del 2008. Fu l’inizio di un lungo botta e risposta ai limiti della sit com che ha animato le cronache calciogiornalistiche di tutta la stagione.
Oggi, a due giornate dalla fine del campionato e in barba a ogni stile, Claudio Ranieri è stato cacciato dalla Juventus e, nonostante le belle parole del comunicato ufficiale (“La Juventus ringrazia Claudio Ranieri per il lavoro svolto in questi due anni”), il senso di quanto avvenuto sembra essere riassunto da quelle parole del tecnico portoghese.
Con il senno del poi, l’impressione è che la dirigenza bianconera abbia sposato fin da subito le dichiarazioni di Mourinho. “Lo dice lui, qualcosa di vero deve esserci”, deve aver pensato la mini triade Blanc-Cobolli-Secco, tanto da aver abbandonato l’allenatore romano più o meno immediatamente, al limite tollerandolo. Non si ricorda, in quest’ultima stagione, una presa di posizione a favore di Ranieri da parte della società. L’unica volta in cui la “goeba” ha alzato la voce è stato quando Mourinho – sempre lui – disse che “se Ranieri è al fianco di Spalletti, io sono al fianco di tutti gli allenatori che hanno perso punti contro la Juventus per errori arbitrali”. La reazione fu di “sdegno”, ma fu il minimo sindacale per salvare la faccia dai soliti sospetti. Per il resto, il florilegio di cattiverie che lo Special One ha riservato per mesi al tecnico bianconero non ha mai smosso nessun tipo di risposta da parte dei vertici juventini.
Per un allenatore lasciato solo, isolato, esposto alle critiche, la cosa più facile che possa accadere è quella di essere preso in ostaggio da una truppa di giovani miliardari egocentrici ed isterici. Esattamente ciò che è accaduto negli ultimi due mesi.
Con un Ciro Ferrara in panchina e un Fabio Cannavaro che tornerà in difesa, a questa Juve in salsa partenopea mancherà solo un Maradona in regia e magari quel direttore sportivo, lì, come si chiama?
Tuttavia, per coerenza, gli Elkann dovrebbero valutare l’ipotesi di affidare la presidenza a uno che di Juventus se ne intende davvero. Uno che quest’anno aveva capito tutto, prima di tutti. Uno come José Mourinho, ad esempio.
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